Intervista a Sebastiano Benegiamo

a cura di i Daniela e Carmen (StatArt)

Da cosa e da dove nasce l’esigenza di realizzare un “Diario Visuale”? Cosa ti ha spinto a rappresentare il tuo mondo – luoghi, affetti e te stesso – attraverso le immagini?

certamente la necessità di fermare il tempo, accettando come dato di fatto lo scorrere degli eventi, amo pensare

che io possa rubare dei momenti di eternità, anche se questo dovesse poi risultare falso, non m’interessa in quanto essendo una mia necessità la ritengo utile alla mia sopravvivenza in questo luogo che abito. inoltre essendo anche uno scrittore (se così mi posso ritenere), sento il bisogno di raccontarmi, e essendo che l’immagine che voglio dare di me è la più fedele alla realtà esigo di rappresentare il mondo che vivo, quelle cose e quelle persone che abitano la mia vita, come tu hai scritto, la mia quotidianetà…ma tutto questo è per adesso, poi si vedrà…

Ci hai accennato, che nei periodi caldi ti ritiri con altri artisti in una cascina sui magnifici colli fiorentini. Perchè questa necessità e quanto ti condiziona e influenza artisticamente il contatto con altri artisti?

-il contatto che ho avuto con altri artisti mi ha aiutato a comprendere e pulire il mio concetto di arte…a sviluppare una mia idea chiara e sempre più personale…ciò non significa che io abbia accettato le idee degli altri come oro colato, bensì che io abbia fatto un lavoro dentro di me per capire esattamente cosa mi interessa e cosa invece non voglio che faccia parte del mio mondo immaginativo…questo tipo di lavoro è tuttora in corso d’opera ed è sempre in discussione, ciò che non posso discutere è quella sensazione allo stomaco che mi accompagna da sempre e che è il giudice di tutte le mie scelte.

L’istinto e l’ispirazione sono la condizione sine qua non del tuo operare artistico. Ci potresti parlare della fase artistica che stai attraversando? Perchè è proprio il disegno?

per molti anni ho dipinto senza preoccuparmi del disegno, ma dentro di me viveva la sensazione che il disegno fosse il fondamento della costruzione di un quadro, o della sua distruzione all’occorrenza…molte volte ho visto quadri molto importanti e ho apprezzato più i disegni preparatori che l’opera compiuta…in fondo il disegno è un po’ lo scheletro… certo i miei disegni vengono realizzati già come opera compiuta e non come preparazione di un qualcosa che verrà, e in questo infatti non differiscono molto dai miei dipinti, ma nel disegno attualmente sento più libertà che in un quadro, è una fase

e non potrei fare diversamente adesso, visto che l’ultima volta che ho provato a dipingere mi sono sentito un andicappato, incapace, e ti garantisco non è stata affatto una bella sensazione…credo che sia una fase in quanto ho sempre avuto un istinto piuttosto acceso verso il colore, e mi auguro che questo lavoro che sto facendo sul disegno mi serva a migliorare le qualità del mio operare.