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L’Aria a Colori

Il quindici maggio si inaugura la mostra dedicata alle opere del pittore Giuseppe Casali che si protrarrà fino al 5 giugno 2014.

Virtuoso della spatola e del pennello Giuseppe Casali sa come e quando utilizzare questi mezzi, che lo aiutano ad esprimersi al meglio all’interno della sua problematica verista. Tuttavia non intende muoversi lungo i canali assoluti del realismo; tutt’al più egli si addentra in una raffigurazione leggibile, dove la partitura cromatica è assolutamente astratta. Pur privilegiando la natura e la figura umana, egli evita infatti di cadere negli eccessi della sottolineatura visiva. Dietro il lavorio dei toni e dei contro toni il particolare è lasciato come in sospeso, la raffigurazione si stempera nell’accenno allusivo, mentre ciò che riconduce alla forma riconoscibile è il disegno cromatico, che pur operando in una tessitura quasi informale, riesce comunque ad assolvere la sua funzione narrativa e a dare sostanza vigorosa a un tratto sinteticamente descrittivo. Questo avviene però nel momento in cui ci si allontana dal quadro, quando prende forma una visione d’insieme finalmente esplicita, quando l’impasto diventa uniforme, e i contrappunti di luci e di ombre si riuniscono in un fraseggio compiuto.

La tavolozza di Casali privilegia i colori primari, il giallo, il nero, il rosso, il blu, ma il bianco tende a predominare sia come elemento unificante che in funzione di segno contenutistico. La complessità della dissoluzione e della miscela della tavolozza costituiscono le abili modalità operative tramite le quali l’artista realizza l’obiettivo che si è prefissato. In questo gioco cromatico nulla è lasciato al caso, in quanto appare evidente l’inevitabilità degli inserimenti di ombre e di luminosità in determinate porzioni di tela, che è perfettamente strutturata dal punto di vista volumetrico e prospettico. E’ proprio in nome della luce che il virtuosistico intreccio fra il bianco e il colore opera lungo costrutti basati su tasselli geometrici, che suggeriscono una vocazione alla stesura veloce, ma sapientemente preordinata. E’ sempre la luce a essere protagonista di un tratto pittorico, che si definisce nella misura vaga del dissolvimento della forma.

Inventando figure ben riconoscibili e sublimandone la provvisorietà, Casali sembra aderire a un’idea di bellezza come processo creativo in divenire, sempre perfettibile e dunque incompiuto. Il trasferimento in pittura di questa visione del mondo si attua in un’espressività lucida e razionale, che non sconfina mai nell’onirico e che si mette continuamente in discussione attraverso la rielaborazione di un segno pittorico duttile, capace di adattarsi e di rispondere con nuove soluzioni tecniche alle esigenze contenutistiche di ogni rappresentazione. Così quando affronta ad esempio la trasparenza dell’acqua, prevale un senso solare di incantamento. Quando invece egli realizza una pittura di memoria soggettiva, prevale l’attenzione a un dettaglio capace di focalizzare il senso della narrazione: possono essere dei panni stesi o una veduta di Venezia, o un giardino fiorito, ma basta l’evidenza di un tratto luminoso a definire una suggestione, un clima poetico che si esplicita senza esclamazioni figurali.

(Vittorio Sgarbi)