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Sergio Gioielli

Sergio Gioielli è nato a Cosenza nel 1956.

Ha avuto come maestri Armando De Stefano, Domenico Spinosa, Guido Tatafiore, Carmine Di Ruggiero.

Sergio Gioielli rinnova il linguaggio dei segni e lo fa alla luce o al buio di una contemporaneità digitale dilagante. Si naviga a vista sulla pittura di Sergio Gioielli. Le sue immagini multiple, ricche di una cosmologia di tracce, sono polittici da interpretare, mappe e codici di un’avventura contemporanea. Autoritratti, perché no? Autoritratti di un libero pensiero.

Sergio Gioielli, partendo da una pittura informale, ha nel corso del tempo, acquisito un suo stile che lo vede interpretare, attraverso rimandi continui a tecniche diverse, un suo ‘modus pingendi’: simboli, figure leggere, cromatismi a volte leggeri a volte accentuati, serialità, sono alcune delle caratteristiche peculiari del suo fare artistico.

Gioielli sembra voler comunicare e, forse, denunciare che la nostra società moderna, intrappolata in ripetizioni meccaniche e frenetiche, ha perso la connessione con la sostanza della vita e con l’anima delle cose, si è separata dal sentire, dall’ingenuità e dallo stupore, ha abbandonato una vita fatta a mano a favore di un mondo artificiale e artificioso.

La sua pittura rappresenta le infinite sequenze e immagini sospese in un’atmosfera virtuale senza tempo. Le presenze di oggetti si misurano con colori forti o soffusi bilanciati in sapiente e seducente equilibrio. Il reale di Sergio Gioielli emerge in tutto il suo universo pittorico come rami sospesi, intrecciati, che ricordano la complessità del nostro cosmo e delle nostre vite intrecciate, oggetti naturali legati con corde ricordano reperti sciamanici che rimandano ad un’intima e arcaica disposizione dell’animo umano verso dimensioni contemplative.