Gianluca Martucci mar13

Tags

Related Posts

Share This

Gianluca Martucci

Ouroboros è il simbolo antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. Ouroboros è il titolo della nuova produzione artistica di Gianluca Martucci che viene presentata nella sua personale e in un modo quasi magico e rituale, funziona come una parola chiave che ci introduce nel mondo reale dove la natura e l’uomo viaggiano insieme nei cicli del tempo. Nelle opere dell’artista i concetti dell’eternità e della continuità del tempo circolare, sono costanti e si manifestano in modo simbolico. Teschi – simbolo dell’alternanza eterna fra la vita e la morte ma anche della vanitas -, piume di pavone – simbolo antico della pura conoscenza e della bellezza -, e il sacro scarabeo -simbolo archetipico dei popoli del Mediterraneo, dall’Egitto faraonico alla Creta minoica, che mantiene la speranza della vita e garantisce il tempo di lievitazione. La natura è piena di simboli che sempre svolgevano un ruolo importante nella vita umana.

L’Ouroboros esegue lo stesso movimento circolare nel corso dei secoli e arriva ai nostri giorni, hic et nunc, per riunirci con la natura e per ristabilire un rapporto che fin dai tempi della rivoluzione industriale diventa sempre più debole. L’uomo moderno della nostra epoca razionalistica e occidentale, ha perso progressivamente il suo contatto vitale con la natura. La testa ha smesso di mangiare la coda. Non importa se l’uomo è la testa e la natura la coda, o viceversa. Quando tutti si muovono in cerchio, la piramide nella quale l’uomo sta nella parte superiore e tutti gli altri esseri viventi sono sotto di lui, si dissolve e l’uomo finalmente capisce che in realtà fa parte integrante di un vortice. In questo vortice coesiste e interagisce Football Tunnels, in condizioni di parità, con tutti gli altri elementi del suo ambiente. Un uomo esce dalla bocca di un pesce grande e probabilmente anche primitivo e allo stesso modo vari insetti nascono dalla bocca dell’uomo. “Quando cerchiamo di isolare una cosa qualsiasi, ha scritto il naturalista John Muir, la troviamo attaccata a tutte le altre. […] i boschi, le praterie e i deserti sono un’unità, e le relazioni tra i singoli elementi sono vitali e familiari”.

Nelle opere di Gianluca Martucci un simbolo antico, l’Ouroboros è il presagio di una riunificazione necessaria. L’uomo si ricorda che il serpente non hai mai smesso di muoversi circolarmente e, inoltre, si ricorda che la sua interdipendenza con la natura era sempre la forza motrice della sua esistenza. L’artista usa per i suoi temi, simboli primordiali che insieme alle dinamiche cicliche del tempo, rendono il suo lavoro artistico preannuncio di una nuova visione della natura; non come qualcosa da temere nè da proteggere; non come qualcosa fuori di noi, qualcosa di più, qualcosa di estraneo, ma come una continuazione della propria esistenza. La natura siamo noi. La testa si unisce con la coda, come fiori e coralli che crescono sui nostri capelli, come rami fioriti che escono dalla nostra bocca. Il nostro contatto con la natura, solo la primavera può portare e questa primavera celebra il lavoro artistico di Gianluca Martucci.

Zoe Fragoulopoulou